L’Accademia diventa brand

Pubblicato su Forbes Italia Magazine, Agosto 2019. 
Cresce il numero degli studenti stranieri che vengono In Italia per studiare arte e musica, attirati dalla nostra offerta culturale. Un quarto proviene dall’Asia.

Il circuito italiano delle Accademie di Belle Arti e dei Conservatori di musica sta diventando sempre più appetibile per gli stranieri. Le statistiche offerte dal Ministero dell’Istruzione parlano di una crescita progressiva del numero di iscritti che è pari al 38% per gli anni che vanno dal 2011 al 2018. Merita di essere sottolineato anche il dato sulle provenienze: nel biennio 2017-2018 la metà degli studenti internazionali è di provenienza europea mentre quasi un quarto proviene dall’Asia (23%), ed in particolare dalla Cina. Il numero degli studenti cinesi è aumentato in percentuale fino a diventare un dato rilevante (46% in più nell’arco degli anni presi in esame). Antonio Bisaccia, presidente della Conferenza  dei direttori delle Accademie di belle arti italiane dal novembre del 2018, nonché direttore dell’Accademia Mario Sironi di Sassari, non appare sorpreso. “Il fascino di questo tipo di formazione genera attenzione”, dice. Gli studenti hanno capito che è necessaria una sintesi fra le due culture, quella letteraria e quella scientifica.Aggiunge che mentre in Italia il Ministero assegna investimenti molto diversi alle Accademie e alle Università, all’estero la formazione terziaria è suddivisa in modo meno manicheo. E conclude che “chi vuole fare della propria passione la sua professione viene da noi: senza curarsi della differenza di trattamento economico”. Per quanto riguarda l’aumento degli stranieri, Bisaccia attribuisce questo effetto al “brand nazionale di arte e musica”, che per lui “è una costante storica italiana. Stiamo raccogliendo in questi anni i frutti del soft-power esercitato dalla cultura italiana nel mondo”. La presenza in aumento di studenti cinesi è una nuova sfida per l’offerta culturale italiana. “Per mantenere un profilo alto e di qualità dei servizi offerti è necessario un coordinamento nazionale che strutturi meglio l’offerta formativa rispetto alla richiesta asiatica”, dice Bisaccia.

Il futuro di questa relazione proficua con la Cina si gioca all’interno della Conferenza nazionale dei direttori delle Accademie di belle arti e il Ministero della Pubblica Istruzione, dove è allo studio l’idea di aprire degli hub di formazione italiana in Oriente.