Cattelan All: catalogo o app?

Pubblicato originariamente su Globalist.it.

Le opere di Cattelan esposte al Guggenheim
Le opere di Cattelan esposte al Guggenheim

Un tempo era il catalogo. Pagine in carta lucida, spessa, copertina in brossura, colori vividi, testi curatoriali tradotti in due lingue, fotografie delle opere e apparato al fondo con didascalie complete. Ecco come si presentava: un oggetto lussuoso che nella maggioranza dei casi finiva a riempire le librerie e ad arredare i tavolini dei salotti. Insomma l’estasi del culto borghese per l’oggetto da esibizione, necessario complemento all’opera, anch’essa oggetto di ostentazione. Che si comprava per avere un souvenir della mostra appena visitata e trovare lo spunto necessario, nelle occasioni sociali, per raccontare agli amici episodi relativi all’ultimo viaggio. Chi non ricorda la scena di Carnage di Roman Polanski, in cui l’orrore di Jodie Foster è tutto per il catalogo rovinato dal vomito di Kate Winslet, e non per il vomito in questione? Bene, l’era gutenberghiana nell’arte volge al termine. Accanto a quell’oggetto di adorazione borghese oggi si trova un altro strumento, pratico, facile ed economico, nuovo oggetto di culto per gli appassionati di cultura tecnologica: la app. scaricabile per il telefonino.

Ma a cosa serve? Abbiamo scaricato l’ultimo ritrovato prodotto da uno dei più prestigiosi musei statunitensi: l’app che il Guggenheim ha realizzato per la mostra personale del nostro Maurizio Cattelan, in permanenza fino al prossimo 22 gennaio 2012 nel leggendario tempio dell’arte newyorchese.

Maurizio Cattelan: All è una mostra ambiziosa, che raccoglie tutto il lavoro dell’artista italiano, che ha, per l’appunto, approfittato furbescamente dell’occasione di questa retrospettiva per dichiarare la sua uscita dalle scene del mondo dell’arte. Un’esposizione antologica e onnicomprensiva, con 130 lavori del più celebre artista vivente italiano, amato e odiato, superstar dell’arte per le quotazioni, ma soprattutto sotto il profilo mediatico. Per una mostra importante dedicata ad un artista fuori dagli schemi, l’allestimento delle opere è prevedibilmente inedito anche per un museo come il Guggenheim: le opere sono appese al soffitto della celebre Rotunda.

E il progetto ambizioso comprende anche una app densa di contenuti multimediali. Fatta apposta per una star dei media come Cattelan.

E al confronto con il catalogo tradizionale, vince certamente la app. Pensata come un contenitore a cavallo fra l’audioguida e il catalogo vero e proprio, la app, strumento complementare al feticcio da salotto, contiene tutto quello che non si può mettere in un catalogo: tutto quello che vorreste sapere sull’artista Cattelan, e non avete mai avuto il coraggio di chiedere.

In primo luogo non è poi così male trovarsi fra le mani non più un tomo che ti costringeva a comprare valigie in più per portare a casa i voluminosi souvenirs, ma un’agile app che sta comodamente dentro il telefonino. Tanto più se non costa 50$ allo store del museo, ma soltanto 2,70 € su iTunes. Tanto più se, perfettamente a cavallo fra l’audioguida e lo spazio di approfondimento culturale, per questa mostra e’ uno strumento indispensabile, necessario per la fruizione della complessa exhibition. Siccome le opere di questa personale sono appese al soffitto con un filo, pressappoco come dei salami, in un allestimento in cui non solo mancano le didascalie necessarie, ma è difficile distinguere le singole installazioni dalla prospettiva sbilenca di chi salga la rampa ellittica del museo di Frank Lloyd Wright, la app. ha una funzione pratica: guidarci nella lettura e nella scoperta delle opere della mostra.

Le installazioni sulla app, quelle ci sono tutte, con le schede allegate, come nella migliore tradizione curatoriale del catalogo. E poi oltre ai testi troviamo video-interviste al curatore e a tutti i protagonisti della storia del Cattelan artista, che è anche curatore di mostre e editore di progetti originali. Insomma c’è tanto, in termini di pettegolezzi sul Cattelan-personaggio amato dai media, raccontato direttamente dalla bocca dei protagonisti, da Francesco Bonami a Massimiliano Gioni.

Insomma tutto quello che serve per alimentare e conservare il mito di Cattelan, artista non artista, funambolo dell’arte, curatore e mecenate, vincitore discusso o indiscusso sullo scacchiere del mercato, o semplicemente personaggio dei nostri tempi.