Pubblicato sul numero 12 di Forbes Italia Magazine di ottobre 2018
Che Palazzo Strozzi a Firenze sia una gemma culturale da primato è tutto nei dati: più 50% di visitatori nell’ultimo triennio, e il 70% visita Firenze per vedere proprio una mostra ospitata nelle sue sale. Merito pare, della direzione dell’omonima fondazione, che dal 2015 è affidata ad Arturo Galansino.
Classe 1976, Galansino è un curatore dal curriculum internazionale, con esperienze importanti maturate fra il Louvre di Parigi, la National Gallery e la Royal Academy of Arts di Londra. “Se i primi dieci anni della mia carriera li ho trascorsi all’estero, lavorando soprattutto sul Rinascimento, con mostre importanti per la divulgazione della cultura dell’arte italiana all’estero, ho poi scelto di rientrare in Italia. Quando ho assunto l’incarico a Firenze, la sfida era di fare numeri interessanti con mostre di arte contemporanea, che nel nostro Paese non sono mai molto popolari”. E i risultanti sono arrivati. “Il miracolo di Palazzo Strozzi”, prosegue Galansino, “è nella sua gestione finanziaria: la fondazione si sostiene solo per il 20% con contributi pubblici. Le nostre fonti di finanziamento vengono in gran parte dalla vendita dei biglietti, circa il 40%, e da contributi privati, sotto forma di sponsorizzazioni e liberalità, per un altro 40%”. Per l’Italia questo modello economico di sostenibilità è un unicum che non ha pari in altre istituzioni.
Il successo di pubblico di Palazzo Strozzi si lega ad una programmazione di qualità che alterna mostre di arte contemporanea di superstar internazionali, che Galansino definisce non senza soddisfazione groudbreaking, ad esposizioni di arte antica e moderna, “come la prossima dedicata a Verrocchio e Leonardo”, dedicate a temi scientificamente interessanti, altrettanto popolari, la cui unicità è legata anche ai prestiti eccellenti provenienti da musei stranieri.
La domanda spontanea è come sia stato possibile costruire una programmazione di qualità in un museo che non ha collezione? Galansino non ha dubbi: “In primo luogo l’eccellenza del nostro operato: l’originalità è l’ambizione di un’istituzione che non sceglie mai mostre di cassetta, ma crea esposizioni importanti in grado di soddisfare sia il pubblico che la critica specializzata. Poi grazie a uno staff piccolo ma dinamico, in grado di stringersi attorno ai curatori e agli artisti che ospitiamo”.
Le proposte originali di Palazzo Strozzi sono concepite secondo una formula site-specific, come nel caso dell’artista Ai Weiwei e i suoi gommoni, o della mostra del video artista americano Bill Viola, messo in dialogo con la pittura rinascimentale da cui scaturiscono i suoi lavori. Per Galansino, Palazzo Strozzi è architettura civile simbolo del Rinascimento, uno scrigno magico pieno di vincoli, ma anche di potenzialità. Il pubblico evidentemente premia gli audaci.