Per l’instant photography c’è Instagram!

Originariamente pubblicato su Globalist.it

Una polaroid di Maurizio Galimberti
Una polaroid di Maurizio Galimberti

Negli Settanta gli sperimentatori della fotografia istantanea non potevano fare a meno di amare e idolatrare la Polaroid, la macchina targata Kodak che permetteva di stampare le immagini fotografate in meno di trenta secondi. La macchina emetteva automaticamente dopo lo scatto una carta fotografica di piccole dimensioni che, impressionata dalla luce, si sviluppava nelle mani del fotografo. Questi apparecchi oggi sono molto amati dai collezionisti: la casa produttrice ha, infatti, da alcuni anni smesso di produrre gli apparecchi analogici, mettendosi a sfornare macchine digitali dotate di stampanti a getto di inchiostro incorporate alla macchina da scatto. Il risultato del passaggio dall’analogico al digitale è che i colori delle fotografie che si ottengono sono, rispetto a quelle ottenibili con le macchine degli anni Settanta, molto diversi. Nonostante la Kodak, affidando la direzione artistica della casa a Lady Gaga, abbia cercato di fare un lancio molto glamourous dei nuovi apparecchi, il successo non è assicurato.

Cambiano i tempi, e in sostituzione di quella fotografia analogica pret-à-porter, entrano in gara le fotocamere digitali incorporate nei telefonini, capaci di cogliere frammenti di realtà vissuta quotidianamente a colpi di Mega Pixel. E se è vero che queste macchine non sono capaci di offrire la stampa immediata su carta fotografica, queste hanno dalla loro parte le enormi possibilità di condivisione immediata. Dove? In rete, naturalmente, tramite i social networks, da Facebook a Twitter, da YFrog a Flickr. E per la postproduzione non c’è problema: il manuale di Photoshop è superfluo se alcuni telefonini sono provvisti di una app. che permettere di modificare le immagini scattate in modo semplice ed efficace. La più cool presso gli appassionati di fotografia è certamente la app. varata dalla Apple per l’iPhone, Instagram, complici le macchine fotografiche a più alta risoluzione volute da Jobs a portata di cellulare. Attraverso l’applicazione di alcuni effetti alle immagini, quegli scatti, che erano rozzi e frettolosi si possono trasformare in vere e proprie fotografie, che strizzano l’occhio, con una cornice in formato quadrato similpolaroid o con la saturazione del colore in stile Lomo, alla più classica e conosciuta fotografia analogica.

Vediamo quali sono le novità di questa fotografia digitale a portata di iPhone introdotte dagli utenti Instagram. L’approccio dominante nelle immagini postate in rete è di fare della fotografia istantanea lo strumento di comunicazione con gli altri, siano essi amici o estranei, sino a costruire una sorta di diario personale in immagini. Molte delle foto scattate rispecchiano il lessico del quotidiano, fatto di oggetti di casa, di momenti di lavoro e di relax, di foto ricordo di viaggi e di amici, in una ostensione del privato che oggi accomuna personaggi pubblici e non. Come se sbirciare dal buco della serratura e guardare attraverso la lente della macchina fotografica fossero la stessa cosa; e come se l’atto di cliccare sul tasto ‘Mi piace’, fosse il modo per partecipare alla mise en scène della vita.

Molti poi sono i fotografi dilettanti che si confrontano con i generi classici della ‘vecchia’ fotografia analogica, quali quelli del paesaggio, e della natura morta: tutta la fotografia tradizionale si specchia in Instagram senza filtri.

Abbiamo chiesto ad alcuni professionisti, cosa ne pensano di Instagram. Maurizio Galimberti, maestro riconosciuto della polaroid d’arte in Italia, è incapace di un upgrade tecnologico nella direzione digitale: le sue sperimentazioni attualemente si concentrano sull’Impossibile project, ovvero sul lavoro tecnico atto a restituire alla nuove pellicola in formato Polaroid la capacità di riprodurre i colori che avevano i vecchi film degli anni Settanta. Progetto impossibile o quasi. Il fenomeno della diffusione del digitale, sostiene, non fa che aumentare le quotazioni dei vecchi lavori realizzati con le pellicole classiche, per l’appunto ormai irriproducibili. Francesco Nencini, fotografo, video maker di spot pubblicitari e produttore, (www.nencionencini/twitter.com) è più entusiasta dei nuovi mezzi a portata di telefono, anche se, afferma, siamo molto lontani da un possibile uso di quegli strumenti in chiave professionale e commerciale. Le nuove app., secondo lui, sono efficacissimi strumenti di scambio di stimoli visivi, non tanto fra operatori del settore, ma soprattutto fra amici. Lui, fotografo dedito al tema della solitudine, sottolinea che quelle app. sono finalizzate all’intrattenimento nella solitudine del nostro quotidiano.

Per il momento mero passatempo stimolante per tanti. In futuro chissà!